Dopo le restrizioni imposte alle spigole dal 2015, poi più recentemente al merluzzo e ora all'anguilla, stiamo assistendo a una vera e propria confisca di specie. In un comunicato stampa, il COPERE (Collectif des Pêcheurs Récréatifs) denuncia i commenti del nuovo ministro in carica... È un grave errore ignorare i quasi 3 milioni di pescatori non commerciali.
Comunicato stampa
Il COPERE denuncia le inaccettabili dichiarazioni del Ministro del Mare: "I pescatori ricreativi non sono cittadini di seconda classe" Il COPERE esprime la sua profonda indignazione per le dichiarazioni rilasciate da Catherine Chabaud, Ministro del Mare e della Pesca, nella sua prima intervista al quotidiano "Le Marin".
Alla domanda sui futuri orientamenti normativi per la pesca sportiva (dichiarazione dell'attività e delle catture), il Ministro ha osservato che entro il 10 gennaio 2026 sarà obbligatorio dichiararsi, e ha affermato: "Se si dovessero prendere decisioni in futuro, direi che la priorità dovrebbe essere data ai pescatori professionisti, che vivono di questa attività"
Per il COPERE, questa affermazione è scioccante
Una decisione già presa prima della fine del processo democratico
In un momento in cui la bozza di decreto sulla pesca sportiva (dichiarazione di attività e catture) è ancora in corso, il ministro si prende la libertà di anticiparne l'esito. "Questo è un insulto al principio stesso della consultazione pubblica e ai 1.289 partecipanti, le cui opinioni non hanno evidentemente alcuna importanza per il ministro", afferma il COPERE.
Dimostrando disprezzo per milioni di fedeli
Pretendendo di dare "priorità" ai pescatori professionisti, il Ministro ignora che ci sono 2,7 milioni di persone che praticano la pesca sportiva, senza contare quelli che pescano a piedi. "La signora Chabaud nega il diritto fondamentale di praticare il proprio hobby e di nutrirsi liberamente delle risorse biologiche del mare, che sono legalmente considerate res nullius (appartenenti a nessuno). La sua posizione è ideologica e contraria allo spirito della legge", continua il collettivo.

Una totale mancanza di comprensione delle questioni ambientali
A differenza della pesca professionale, la pesca ricreativa è selettiva e per lo più non letale. I pescatori ricreativi spesso rilasciano le loro catture, mentre le reti da traino e le reti a strascico, vietate ai dilettanti, distruggono gli habitat marini e la biodiversità.
Il COPERE invita il Ministro ad affrontare le vere cause del calo delle scorte, come le seguenti:
- Pesca a strascico nelle aree marine protette
 - Esenzioni concesse nella striscia di tre miglia
 - Catture accessorie e quote non rispettate
 - In particolare, lo scandalo della pesca professionale di anguille e cieche, una specie a rischio di estinzione.
 
"Chiediamo alla signora Chabaud di abbandonare una visione corporativa e di assumersi pienamente la sua responsabilità nei confronti di tutti gli utenti del mare. La pesca ricreativa è un'attività legale ed educativa che rispetta l'ambiente e genera posti di lavoro e turismo. Disprezzarla significa voltare le spalle a diversi milioni di elettori e a una fonte economica di un miliardo e mezzo di euro. (fonte dibattito pubblico 2023) - Patrick Valdivia, Presidente del COPERE"
La pesca ricreativa, un importante settore economico
La pesca ricreativa sostiene un tessuto economico dinamico: rivenditori, produttori, istruttori di guide di pesca, sport acquatici, albergatori e turismo costiero. In Francia, genera diversi miliardi di euro di ricadute economiche, molto più della pesca professionale, che è sovvenzionata.

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