Un livello record
L'allevamento di pesci, crostacei e alghe rappresenta "il 51% del totale mondiale" e "fornisce il 57% dei prodotti animali acquatici utilizzati per il consumo umano in tutto il mondo", secondo questo rapporto sullo "Stato della pesca e dell'acquacoltura mondiale".
"Mentre la produzione della pesca di cattura è rimasta praticamente invariata per decenni, l'acquacoltura è aumentata del 6,6% dal 2020", osserva il Direttore Generale della FAO Qu Dongyu.
Il rapporto mostra che il commercio mondiale di animali acquatici ha raggiunto un livello record nel 2022, con 195 miliardi di dollari, con un aumento del 19% rispetto al 2019, prima della pandemia di Covid.
La Cina è in testa in termini di esportazioni (12%), seguita dalla Norvegia (8%) e dal Vietnam (6%). Questi tre Paesi rappresentano insieme un quarto di tutte le esportazioni, con almeno 230 Paesi e territori che partecipano a questo commercio internazionale.

Vitale per la sicurezza alimentare
L'Unione Europea è la principale destinazione di tutta questa produzione, ma in termini di singoli Paesi, gli Stati Uniti sono in testa con il 17% della domanda, seguiti dalla Cina con il 12%.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) sottolinea inoltre che quasi l'89% della produzione mondiale di animali acquatici è destinata al consumo umano. Negli ultimi 60 anni, il consumo di animali acquatici è passato da 9,1 a 20,7 kg per persona. Quasi il 15% dell'offerta mondiale di proteine animali proviene da animali acquatici, una percentuale che può raggiungere oltre il 50% in alcuni Paesi asiatici e africani.
"I sistemi acquatici sono sempre più riconosciuti come vitali per la sicurezza alimentare e nutrizionale", osserva il Direttore Generale della FAO.
Purtroppo, gli stock ittici "biologicamente sostenibili" continuano a diminuire, fino a raggiungere il 62,3% nel 2021.

3 obiettivi
La FAO propone 3 obiettivi: crescita sostenibile dell'acquacoltura per soddisfare la crescente domanda, gestione efficace della pesca per garantire la salute degli stock ittici e assicurare la sostenibilità di tutte le fasi della produzione di prodotti acquatici.
La FAO stima che la produzione di animali acquatici aumenterà del 10% da oggi al 2032, grazie all'espansione dell'acquacoltura e alla ricostituzione degli stock ittici. Oltre il 90% sarà destinato al consumo umano, ovvero 21,3 kg a persona.
Secondo la FAO, la pesca e l'acquacoltura danno lavoro a quasi 61,8 milioni di persone in tutto il mondo, rappresentando quindi un'importante questione economica.
Esperti internazionali hanno inoltre partecipato all'incontro "Immersed in change", tenutosi questo fine settimana nella capitale San José, in preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (UNOC 3), ospitata da Francia e Costa Rica a Nizza nel giugno 2025.
"La protezione degli oceani e l'uso sostenibile delle risorse marine non sono un'opzione, ma un imperativo", ha ammonito Li Junhua, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari sociali, all'apertura della conferenza di San José.